Salute e Sicurezza sul Lavoro: 2,8 milioni di decessi nel mondo

Lavoratori - Salute e Sicurezza sul Lavoro

L’OIL (Organizzazione internazionale del lavoro) segnala che al mondo si calcola una stima di 2,8 milioni di decessi sul posto di lavoro, per una media di più di cinque al minuto.

La tematica sulla sicurezza sul lavoro è una questione piuttosto complessa e spesso controversa a livello internazionale. Ciò che trapela da analisi accurate è che non sempre la tematica viene rispettata.

Possiamo affermare che la problematica sicurezza sul lavoro non è solo italiana. Su scala comunitaria, a livello di decessi sul posto di lavoro, l’Italia si posiziona al secondo posto, dopo la Francia, ma in rapporto alla popolazione la situazione più grave si registra in Romania, Lussemburgo e Lettonia. Tra altri Paesi popolosi molte vittime sul lavoro sono state rilevate anche in Spagna e in Germania, mentre in ultima posizione vi troviamo Malta, dato tuttavia legato anche ad a una bassa densità abitativa. La media comunitaria di decessi in incidenti è di 1,77 per ogni centomila lavoratori, l’Italia è a quota 2,25.

La direttiva quadro sulla SSL (9/391) è la direttiva principale, adottata nel luglio del 1989 che rappresenta una svolta evolutiva nel panorama della sicurezza europea, introducendo concetti come l’obbligo di effettuare la Valutazione dei Rischi, l’attribuzione di significative responsabilità e doveri al Datori di Lavoro e l’obiettivo di definire criteri omogenei di prevenzione per tutte le categorie lavorative. Il recepimento di questa direttiva in Italia ha dato luogo al D.Lgs 626/94 e successivamente all’attuale D.Lgs 81/08.

L’art. 153 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea conferisce all’UE la competenza in materia di adozione delle direttive nell’ambito della sicurezza e salute sul lavoro. La direttiva quadro stabilisce le prescrizioni minime in materia di sicurezza e salute. Tuttavia, gli Stati membri sono liberi di adottare norme più severe per la tutela dei lavoratori durante la trasposizione delle direttive dell’UE nella legge nazionale.

Guardando oltreoceano, invece, possiamo notare come gli USA siano anch’essi sostenitori della campagna sulla sicurezza sul lavoro, pur mostrando alcune faglie sulla questione.

L’OSHA (Occupational Safety and Health Administration) è l’agenzia del Ministero del lavoro statunitense. Secondo quanto previsto dall’OSH Act (legge per la sicurezza sul lavoro) i datori di lavoro sono responsabili della predisposizione di un luogo di lavoro sicuro e sano. L’OSHA ha il compito di garantire luoghi di lavoro sicuri stabilendo e promuovendo norme, corsi di formazione, informazione, istruzione e supporto.

Eppure queste direttive non sempre vengono rispettare. Basti pensare che lo scorso 18 gennaio 2023 l’OSHA ha “condannato” Amazon per non aver garantito sicurezza sul lavoro ai propri dipendenti. Dopo anni di denunce, solo adesso viene presa in esame la questione. L’agenzia, di fatti, ha chiesto ad Amazon di adottare misure per prevenire gli infortuni e allo stesso tempo ha sanzionato la multinazionale con una quota pari a più di 60 milioni di dollari.

Salute e Sicurezza sul Lavoro nel mondo

Anche la Cina non è dei migliori esempi per contrastare il fenomeno degli incidenti sul posto di lavoro. Da giugno 2022 i governi locali stanno chiudendo un occhio sulle violazioni del lavoro nel tentativo di rilanciare l’economia aiutando le imprese in difficoltà. Questa strategia cozza del tutto con lo slogan governativo “la sicurezza prima di tutto”. Gli sforzi del governo, al contrario, si limitano a chiudere i siti relativi la sicurezza sul lavoro e, quindi, a limitare l’informazione in materia.

Relativi passi in avanti si sono registrati nella città sud-orientale di Xiamen, sempre in Cina, la quale si è “indaffarata” a chiedere alle aziende un vero e proprio “promemoria per la stanchezza” per ricordare ai rider del food delivery di fare una pausa ogni quattro ore.

Per quanto riguarda lo scenario russo, ad oggi, notizie recenti sulla tematica della sicurezza sul lavoro chiaramente non trapelano, per ovvi motivi legati al conflitto scoppiato il 24 febbraio 2022. Ciò che possiamo riportare è un evento accaduto il 31 gennaio 2020. Un lavoratore è stato ucciso a causa di gravi violazioni delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro e il tutto è stato filmato da uno degli operai, il quale ha messo una videocamera sul suo casco. In questo caso la colpa è ricaduta sui datori di lavoro: dal video registrato si è potuto facilmente evincere che erano state violate completamente le norme di sicurezza.

Questi scenari, ahimè, non sono eventi isolati. Nonostante da anni esistano standard internazionali dedicati a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, come la Convenzione sulla salute e sicurezza sul lavoro 155/1981 o il Quadro promozionale per la sicurezza e la salute sul lavoro, o ancora la Convenzione 187/2006, quello che più spesso manca è una cultura della sicurezza in ambito lavorativo.

Per questo motivo è fondamentale incentivare sempre più la sicurezza e la salute dei lavoratori e procedere velocemente a continui corsi di formazione. I lavoratori e le lavoratrici hanno dei diritti, così come le aziende hanno delle responsabilità nei loro confronti.

Sara Vitale

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