Privacy, gli italiani ne vogliono di più

È di una famosa azienda canadese, Open Text, la recente ricerca condotta in tutto il mondo sul nuovo bisogno di privacy. In particolare viene analizzato il rapporto degli utenti con le aziende che, per fornire i propri servizi, utilizzano di dati dei potenziali clienti.

E dallo studio emerge un dato molto interessante che riguarda l’Italia: oltre la metà degli italiani (56%) sarebbe disposta a spendere di più pur di affidarsi ad aziende che offrono una maggiore protezione dei dati personali, superando così inglesi (49%), tedeschi (41%), spagnoli (36%) e francesi (17%). Gli italiani, insomma, fanno ancora fatica a fidarsi del tutto dei metodi di gestione dei dati personali: più di 1 su 4 (26%) diffida infatti della capacità da parte delle aziende di mantenere le informazioni private e al sicuro, mentre addirittura quasi la metà (48%) ritiene che solo alcune realtà possano essere considerate davvero affidabili.

Nonostante gli standard imposti dalle normative in materia di data privacy si stiano facendo sempre più rigidi in tutto il mondo – anche grazie all’introduzione nell’Unione Europea, già dal 2018, del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), la cui violazione può comportare sanzioni fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del giro d’affari totale annuo – i dati rivelano che il percorso verso la fiducia totale da parte degli utenti è ancora lungo.

Il 40% degli italiani ha espresso una preferenza per i sistemi di protezione che sfruttano le tecnologie di automazione, ritenute in grado di eliminare i possibili errori umani. Quasi 1 italiano su 2 (43%) dichiara di “non avere la minima idea” di quante aziende utilizzino, archivino o abbiano accesso ai suoi dati personali, tra cui indirizzi e-mail, numeri di telefono e coordinate bancarie. Un altro problema è rappresentato dal fatto che secondo la maggior parte degli italiani la conoscenza della normativa sulla privacy è piuttosto vaga. A dirlo è addirittura il 69%. Solo il 18% (meno di un quinto) si sente ben informato al riguardo, contrariamente a quanto accade in Germania (44%), Spagna (32%) e Francia (32%).

E mentre in molti si dicono disposti ad informarsi direttamente presso le aziende per capire come in realtà trattano i dati questa tendenza non vine confermata dalla realtà, poiché solo 1 su 10 lo ha davvero fatto.
Più di tre quarti (79%) degli italiani pensano di sapere come mantenere i propri dati privati e protetti su app, account di posta elettronica e social media, per esempio utilizzando le specifiche impostazioni sulla privacy o disattivando la geolocalizzazione. Al contrario, solo il 2% degli intervistati ritiene che mantenere i propri dati privati e protetti sia unicamente responsabilità dell’app o dell’azienda in questione.

Solo un quinto degli italiani (20%) ha piena fiducia nell’operato delle aziende e pensa che stiano già completamente adempiendo ai propri obblighi legali di mantenere privati i dati dei clienti. Dato in controtendenza rispetto alla Spagna (17%), alla Germania (13%) e alla Francia (11%). Ma è addirittura del 40% la percentuale di italiani che ritiene, invece, siano necessari ancora anni perché le aziende si adeguino realmente alla normativa sulla protezione dei dati personali.

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