Industria 4.0 la Quarta Rivoluzione Industriale: Cosa c’è da sapere e come metterla in pratica

industria 4.0

Ebbene sì, la quarta rivoluzione industriale, denominata Industria 4.0, è iniziata e farà breccia in tutti i settori tecnologici.

Mettere in pratica la quarta rivoluzione industriale, ad oggi, non è nulla di complicato: basta che una qualsiasi impresa faccia richiesta delle agevolazioni che mette a disposizione il Governo e sarà erogato il beneficio. Tuttavia, la fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi a favore dei lavoratori.

Per quarta rivoluzione industriale si intende quel processo automatizzato e interconnesso che mira ad una nuova forma di costruzione della catena di montaggio, molto più tecnologica ed innovativa. La quarta rivoluzione o anche industria 4.0 è quel piano varato nel nostro Paese dal 2016 che ha come principale obiettivo quello di evolvere il settore secondario, con finanziamenti promulgati per migliorare l’industria.

Dopo la macchina a vapore (1784), la produzione di massa (1870) e la nascita dell’informatica 1970 – rispettivamente prima, la seconda e la terza rivoluzione industriale – oggi si parla sempre più di manifattura additiva, stampa 3D, robotica, comunicazioni, interazioni machine-to-machine e nuove tecnologie. Sebbene una definizione precisa di quarta rivoluzione ancora non ci sia, possiamo riferirci a quei processi interconnessi che si svolgono grazie all’utilizzo in fabbrica di internet e nuove tecnologie digitali.

L’espressione Industrie 4.0 fu usata per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011 in Germania, la più grande fiera industriale al mondo. La stessa ha come obiettivo quello di migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business, aumentare la produttività degli impianti e migliorare la qualità dei prodotti.

Dal 21 settembre 2016 l’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi e l’allora ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda hanno presentato l’atteso piano del governo per l’Industria 4.0, contenuto all’interno della legge di Bilancio 2017 e approvato definitivamente dal Senato il 7 dicembre 2016. Il piano nasceva con l’obiettivo di mobilitare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10 miliardi, 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle tecnologie dell’Industria 4.0, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage. Il provvedimento proponeva un mix di incentivi fiscali, sostegno al venture capital, diffusione della banda ultralarga, formazione dalle scuole all’università con lo scopo ultimo di favorire e incentivare le imprese ad adeguarsi e aderire pienamente alla quarta rivoluzione industriale.

Ma ad oggi, quali sono le agevolazioni? Dal 1° gennaio 2023 sono operative nuove aliquote per gli investimenti in beni strumentali materiali 4.0. Le aliquote vigenti nel 2022 continuano ad essere applicabili per gli investimenti prenotati entro il 31 dicembre 2022 se effettuati entro il 30 settembre 2023 (termine prorogato dalla legge di Bilancio 2023).

Chi può usufruirne? Possono fruirne tutte le imprese residenti nel territorio italiano (incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti) indipendentemente:

  • dalla forma giuridica;
  • dal settore economico di appartenenza;
  • dalla dimensione;
  • dal regime fiscale di determinazione del reddito.

Al contrario, sono escluse:

  • le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa
  • le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’art. 9, c. 2, D.Lgs. n. 231/2001.

La fruizione del beneficio spettante è subordinata alla condizione del rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro applicabili in ciascun settore e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

In che consiste?

Consiste in agevolazioni di investimenti in beni materiali strumentali per la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese. Ai sensi dell’allegato A della Legge di Bilancio 2017 (legge n. 232/2016) i beni agevolabili si dividono nelle seguenti tre categorie:

  1. beni strumentali, il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti;
  2. sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità;
  3. dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0.

Sono esclusi dell’agevolazione gli investimenti in:

  • beni materiali strumentali con coefficiente di ammortamento inferiore al 6,5%;
  • fabbricati e le costruzioni;
  • beni indicati nella tabella di cui all’allegato 3 alla Legge di Stabilità 2016
  • beni gratuitamente devolvibili delle imprese operanti in concessione e a tariffa nei settori dell’energia, dell’acqua, dei trasporti, delle infrastrutture, delle poste, delle telecomunicazioni, della raccolta e depurazione delle acque di scarico e della raccolta e smaltimento rifiuti.

Come ricevere l’incentivo?

Per i “nuovi” investimenti effettuati dal 1° gennaio 2023 sono riconosciute le aliquote agevolative fissate dall’art. 1, c. 1057-bis, legge n. 178/2020, pari a:

  • 20% del costo, per quote di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 10% del costo, per quote di investimenti compresi tra 2,5-10 milioni di euro;
  • 5% del costo, per quote di investimenti compresi tra 10-20 milioni di euro;
  • 5% del costo, per quote di investimenti compresi tra 10-50 milioni di euro inclusi nel PNRR, diretti alla realizzazione di obiettivi di transizione, che dovranno essere individuati con decreto del Ministro dello sviluppo economico.

Per gli investimenti “prenotati” entro il 31 dicembre 2022, ossia gli investimenti per i quali entro il 31 dicembre 2022 si sia provveduto all’ordine vincolante e al versamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione, saranno effettuati entro il 30 settembre 2023 aliquote agevolative previste per il 2022, fissate dall’art. 1, c. 1057, legge n. 178/2020, pari a:

  • 40% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% del costo, per quote di investimenti compresi tra 2,5-10 milioni di euro;
  • 10% del costo, per quote di investimenti compresi tra 10-20 milioni di euro.

Quando si potrà ottenere la liquidazione dell’incentivo?

Il beneficio spettante è utilizzabile esclusivamente in compensazioni in tre quote annuali di pari importo, a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione dei beni.

Quindi cosa aspetti?

Se anche tu hai un’attività d’impresa, informati e richiedi la tua consulenza personalizzata al nostro network  per portare il futuro nel presente.

Sara Vitale

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