Firma digitale. Strumento per l’innovazione

Uno strumento divenuto quasi indispensabile, sia per il comune cittadino che per le imprese. Tutti alle prese con la digitalizzazione, accelerata in tempi di pandemia. La firma digitale si fa dunque strada tra le necessità dei nostri tempi.
Ma in quali casi, soprattutto, si utilizza? Ad esempio per firmare le domande di partecipazione a un concorso pubblico o a un’asta telematica, i contratti di attivazione dello Spid o del servizio Telemaco, i documenti da inviare all’Agenzia delle entrate o alla Pubblica amministrazione.

Per attivarla ci si può rivolgere ad un operatore certificato, che identificherà il richiedente online tramite webcam.

Al momento dell’identificazione bisogna fornire un documento di identità e il codice fiscale o la tessera sanitaria, il proprio numero di cellulare e un indirizzo di posta elettronica.
Una volta conclusa l’identificazione, l’operatore invia al richiedente un codice OTP, necessario per l’attivazione della firma, che può essere fatta immediatamente.
Il costo del servizio è variabile a seconda dell’operatore prescelto: in alcuni casi è previsto un canone annuale (come ad esempio fa Aruba). In altri casi sono previsti l’attivazione gratuita e il pagamento ogni volta che si fa un’operazione (come ad esempio fa LetteraSenzaBusta.com).

Anche la firma digitale remota prevede diversi formati, ovverosia PAdES, CAdES, XAdES: la prima cosa da fare è selezionare il formato che si intende utilizzare e, poi, caricare il file da firmare e apporre la firma.
A questo punto tutti i vostri documenti elettronici avranno valore legale come se fossero stampati e firmati a mano.

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