Non si può fare senza una legge nazionale. A porre il veto al cosiddetto “passaporto vaccinale” in Italia è il Garante Privacy. Ma il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che l’Italia si muoverà in sintonia con l’Ue. Secondo medici e giuristi che hanno pubblicato un articolo sul Canadian Medical Association Journal (Cmaj), occorrono accesso alla tecnologia, adesione a standard internazionali, non discriminazione per accesso a vaccini e servizi, salvaguardia della privacy e standard digitali sicuri per l’implementazione dei passaporti vaccinali che potrebbero in futuro consentire di recuperare una nuova normalità con accesso ad aeroporti, hotel, palestre, ristoranti, circolazioni tra i diversi paesi.
Insomma la “battaglia” tra i fautori ed i denigratori è aperta nel territorio della comunità europea.
In Europa, infatti, è iniziata la discussione di una proposta comune che dovrà essere presa entro marzo e, in paesi avanti con la campagna vaccinale come Stati Uniti e Israele, ci sono già esperimenti in tal senso.
Il pericolo che si corre, ventilato anche dagli autori dell’articolo pubblicato dal prestigioso giornale canadese, è che società come Apple e Google sviluppino tecnologie simili a quelle utilizzate per il tracciamento dei contagi che porranno ulteriori problemi di equità e di privacy. Meglio sarebbe, quindi, una legislazione organica europea che risolva il problema alla radice, limitando i pericoli insiti in una sorta di schedatura della popolazione. Questo, naturalmente, a patto che i vaccini divengano accessibili a tutti e non somministrati solo a determinate categorie che finirebbero con l’essere privilegiate anche dalla successiva acquisizione del “passaporto”.
“I dati relativi allo stato vaccinale – ha precisato il Garante – sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà costituzionali”.
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